Chiesa di Santa Maria delle Grazie (dei Frati)



La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, conosciuta anche come “Chiesa dei Frati”, sorge in via Zoncada. 

La sua edificazione avvenne del 1625 per volontà del cardinale Teodoro Trivulzio con l’intenzione di ospitarvi, unitamente all'adiacente convento, una comunità di Francescani riformati.

Il classico chiostro a portici delle antiche chiese fu intellettualmente riprodotto come ingresso alla chiesa, su disegno del capo maestro Carlo Francesco Monticelli (1778).

Il quadrilatero arcuato circoscrive quello che si direbbe il patium del tempio, all'epoca dei primi cristiani riservato alle tombe, più tardi volto ad ornamento.

Attorno al portico, sul muro perimetrale di cinta e sormontati da un timpano triangolare, vi erano quattordici affreschi eseguiti nel 1725 da Pietro Antonio Magatti raffiguranti la “Via Crucis”.

Causa il loro avanzato deterioramento furono ridipinti, con tratto moderno, dal pittore bergamasco Muzio.

La facciata della chiesa è di semplice concezione architettonica “a campana” dotata di contrafforti, di un pronao che precede il portale d’ingresso, sorretto da quattro colonne di granito come quelle del chiostro.

Ai lati della facciata è possibile osservare due nicchie con le raffigurazioni in mosaico di S. Francesco d’Assisi e di S. Antonio da Padova, mentre sopra il portale è raffigurata la Madonna con il Bambino Gesù in grembo. 

Il progetto fu attribuito a Giovanni Battista Barattieri.

La chiesa è a una sola navata con tre cappelle per lato, chiuse da rastrelliere a colonnine di legno e illuminate da belle vetrate policrome a lunetta di recente creazione. 

Sopra l’altare della prima cappella di sinistra dedicata a S. Antonio da Padova, vi è la statua del Santo contornata da una pregevole tela, una specie di “Cornice con putti, fiori e alcuni piccoli animali” del pittore cremonese Luigi Miradori (1652) detto il Genovesino.

Sotto la mensola dell’altare vi è un pannello ligneo scolpito raffigurante “L’adorazione dei Magi” firmato da Luca Gualli e datato 1844.

Sotto la mensola degli altari delle altre cinque cappelle, compreso l’altare maggiore, vi sono altri sei magnifici pannelli lignei baroccheggianti che rappresentano “Storie della vita di Cristo” e quello dell’altare centrale la “Natività della Vergine”, opere di notevole livello artistico eseguite nel 1682 dai frati minori Antonio e Francesco Antonino da Sirone.

Sopra l’altare della prima cappella di destra vi è una tela con S. Luigi Gonzaga, del filone pittorico di Daniele Crespi (1660 – 1630).

Sopra l’altare della seconda cappella destra un bel gruppo ligneo rappresenta il “Cristo Crocifisso” con ai lati due statue della “Madonna” e di “S. Giovanni” del 1534. Nella terza cappella di destra due tele: quella centrale “Madonna che offre Gesù Bambino a S. Francesco”, del milanese Tommaso Formenti e quella sulla parete laterale, un ovale con il medesimo soggetto del pittore fra’ Gerolamo da Premana.

L’altare maggiore è un imponente opera lignea settecentesca con due passaggi al coro sul quale sovrasta la statua della “Vergine delle Grazie”.

Nello spazio absidale, figurano vari dipinti seicenteschi fra i quali: “La cena in casa di Levi” e “Il miracolo di Cana”.

Sono degne di attenzione altre due tele seicentesche, quella della parete sinistra dell’ingresso raffigurante “Cristo Crocefisso e i Santi dell’Ordine Francescano” opera del milanese Bernardino Dragoni e quella della parete destra, un dipinto raffigurante la Madonna, nel quale sono state evidenziate dagli esperti delle affinità con la pittura di Panfilo Nuvolone.

Unito al corpo del tempio, nel 1623, fu costruito il convento dei Francescani riformati, successivamente soppresso nel 1780.

Verso la fine del 1800, il complesso conventuale fu acquistato da madre Santa Francesca Cabrini che vi fondò la prima casa delle Missionarie del Sacro Cuore.

Nel 2012 il complesso è stato oggetto di un importante opera di restauro eseguito con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Architettonici ed Ambientali di Milano.  Le opere di deumidificazione hanno interessato tutta la Chiesa ed il Campanile, ma anche la Sacrestia e il Chiostro.